31 marzo 2013

CineBlitz Aprile 2013: 100 years of Hindi Cinema



Il numero di aprile 2013 di CineBlitz è dedicato ai 100 anni del cinema in lingua hindi. Le pellicole migliori, le leggende del grande schermo, i volti più belli, le canzoni, i campioni d'incassi e molto di più. In copertina Vidya Balan in versione Mother India. Insomma: imperdibile!


30 marzo 2013

Manish Malhotra show at Lakme Fashion Week Summer Resort 2013



L'evento Lakme Fashion Week Summer Resort 2013 si è svolto a Mumbai dal 22 al 26 marzo. Segnalo la sfilata del noto stilista e costumista Manish Malhotra, dedicata ai cento anni del cinema indiano. Molti gli abiti in passerella - alcuni davvero magnifici - ispirati alla moda cinematografica: dal classico bianco e nero degli anni trenta, ai colori pastello degli anni sessanta, ai tessuti a pois degli anni settanta, eccetera. E molte le celebrità, fra le quali Kajol, Priyanka Chopra, Karisma Kapoor, Varun Dhawan, Karan Johar, Anurag Kahsyap, Dibakar Banerjee, Zoya Akhtar.
Video ufficiale
Photo gallery pubblicata da India Today
 
Da destra: Manish Malhotra, Karisma Kapoor e Kajol
 
Priyanka Chopra
 
 
 
 

27 marzo 2013

100 ragioni per amare il cinema indiano: **DIO**



intanto le leggendeviventi non si soffiano il naso. perché a loro non cola. né fanno cose oscenamente comuni tipo ordinare una pizza o prendere la metro. non so mica se mangiano. di certo non sudano (semmai rilucono).
le leggendeviventi fanno film pazzeschi come sholay. biancovestite. battute che lasciano secchi. un intero paese di miliardi di anime squagliate ai loro piedi.
le leggendeviventi fanno film che ti si attorcigliano dentro. come black. rughe che sono strade&pianeti. fiocchi magici mani parlanti baci inaspettati.
le leggendeviventi fanno film oscuri e pulsanti come sarkar. ieratiche. immense. sfidano dio (e vincono).

amitabh bachchan non si soffia il naso. perchè non gli cola. non ordina pizze e non prende il tram. non so mica se mangia. non suda (riluce). fa film pazzeschi oscuri e pulsanti. che ti si attorcigliano dentro.
big b - a 70 anni figo come il primo giorno - sfida dio E VINCE.
e non fa la cacca.

eLLeSSeDì

A century of cinema

Vi segnalo un articolo molto interessante, A century of cinema, redatto da Baradwaj Rangan e pubblicato da The Hindu il 31 marzo 2012. Di seguito un estratto:
'While it is difficult to define, precisely, what Indian cinema is, it's easy to see why its hundredth year, in 2013, is going to be celebrated. It's a matter of national pride, like a hundred hundreds in cricket - and in at least one sense, there's genuine cause. Ours is the only cinema (...) that has not been squelched under the Hollywood juggernaut. In most other countries, American cinema insidiously assumes a pitch-perfect local disguise, either through dubbing or subtitling, and nudges out the national cinema, which comes a distant second - in terms of the numbers of movies being made, in terms of the money earned, in terms of what the locals prefer to watch. We, on the other hand, like our Hollywood films, we welcome their arrival on our shores the same day as everywhere else in the world, and those of us who don't know English slip into versions of these films where James Bond lets loose his bons mots in irreproachable Tamil and Telugu - and yet, our numerous film industries continue to thrive. Large numbers of movies are being made in Indian languages and being seen by large numbers of Indians. We might even celebrate the gradual encroachment of Indian cinema not just into New York but also onto the august pages of the New York Times, where Indian films are now reviewed like films in other foreign languages. But the tone of these reviews is a slap of cold wind, a blustering reality check that our films are treated, mostly, with arch amusement and a benign tolerance for a crazy people who sing and dance and just cannot be taken seriously. Our art cinema, of course, is treated with seriousness and showcased in reverent retrospectives - but Indian cinema is mainly commercial cinema (there; perhaps that could be the definition), and it doesn't carry, in the eyes of the well-travelled cineaste, the consequence of cinema from other nations - French cinema, Italian cinema, Spanish cinema. The names of Indian filmmakers just don't leap off the lip like the names of Almodóvar or Nanni Moretti, whose entertaining films are also regarded as essential. (...) But even as we celebrate our unique (and split) identity in cinema and look forward, it is vital to honour the past that brought us to this day. Film preservation is practically non-existent in the country - it's not just the black-and-white silents that have been consumed by the chemicals that created them but also films from later decades, as late as the 1980s, whose prints are either lost (even the directors, lamentably, are at a loss, for they didn't think it important to hold on to the original negatives) or retrievable only as 10th-generation copies on DVDs, where these films are bundled up with a bunch of other movies, in a mournful echo of the buy-one-get-one-free ads. Almost all our films from the pre-digital era are damaged in some form, and even if we don't have - as Hollywood does - a system of enshrining classics in National Film Registries, we might at least ensure that acceptable prints are available to future generations. The other hope I harbour while commemorating this centenary is that subtitles be made mandatory for films made in every Indian tongue, even Hindi, which, contrary to the Centre's assumption, isn't exactly a nationally understood language. Perhaps we'd be better equipped to define Indian cinema if we saw films in Malayalam and Marathi and Bengali and Assamese, perfectly in harmony with each moment (and not just a vague sense of the plot)'. 

26 marzo 2013

100 ragioni per amare il cinema indiano: Un solo cinema? Noo, 100!



Il cinema indiano è un insieme vasto e multiforme, e la produzione popolare in lingua hindi, volgarmente denominata Bollywood, ne costituisce solo una parte (ma consistente). Il cinema indiano varia a seconda dell'area geografico/linguistica di provenienza, del genere/contenuto, dei canoni estetico/culturali, della forma produttiva.
 
Qualcuno ci rimarrà secco per la sorpresa: il cinema indiano non è solo popolare. Esiste in parallelo un'agguerrita, resistente produzione d'autore - non solo in lingua inglese né solo realizzata a Kolkata - che vanta un'illustre tradizione. È interessante notare come negli ultimi anni gli scambi fra cinema popolare e d'autore si siano moltiplicati a reciproco vantaggio. E spesso le pellicole migliori risultano essere proprio quelle maggiormente contaminate. Ormai non fanno più notizia i registi della scena alternativa che dirigono film popolari, le grandi major che producono titoli di nicchia, o le star di grosso calibro che si cimentano in ruoli raffinati.



La galassia indipendente non è forse consolidata come altrove, ma è comunque molto vivace. Occuparsi di sceneggiatura o regia è l'aspirazione di un folto stuolo di giovani appassionati e caparbi. Ne deriva un lavorio incessante e operoso da cui nascono corti, spesso caricati in YouTube, e lungometraggi prodotti in proprio, con budget irrisori e con risultati altalenanti. È da questo immenso calderone che emergono nomi nuovi e interessanti. Non dimentichiamo che l'industria cinematografica indiana vanta probabilmente i registi più giovani al mondo.


Altra sorpresa: il cinema indiano non significa solo romanticismo e danze, e non è solo masala. Tutti i generi vengono esplorati. A titolo di esempio, il film d'azione/crime è amatissimo, e di solito registra incassi spettacolari. Le pellicole drammatiche sono spesso di ottima fattura. Alcune commedie/satire sono deliziose. Il thriller e l'horror possono contare su un ristretto ma compatto bacino di devoti. La fantascienza sta vivendo una fase di impennata creativa. Anche l'animazione è in grande espansione. La cinematografia per ragazzi vanta numerose piccole gemme. Esiste una produzione softcore (e, pare, hardcore), però non ne conosco esiti e diffusione. I documentari sono in larga parte validi e apprezzati.

Eega

Affrontare il cinema indiano dal punto di vista linguistico e geografico provoca qualche capogiro. L'industria più nota e forse più affermata (però su questo punto il dibattito è molto acceso) è quella popolare in lingua hindi, volgarmente denominata Bollywood. Spesso in occidente si tende ad identificare il cinema indiano con Bollywood, commettendo dunque un grossolano errore. Bollywood ha il suo centro a Mumbai - metropoli dove si parla marathi e non hindi -, ma si realizzano film anche a Delhi. Esiste una produzione hindi d'autore e indipendente, però Bollywood, con i suoi superdivi, la sua estetica esasperata, i suoi investimenti stellari e il suo scintillante richiamo, adombra ogni altro settore artistico (compreso quello musicale). Sotto certi aspetti, comunque, Bollywood e le altre cinematografie popolari locali sono le più genuinamente indiane: non dimentichiamo che il masala (mescolanza di generi, condita da canzoni e coreografie spettacolari) è nato nel subcontinente ed è tuttora in voga.
 


Kollywood, il cinema popolare in lingua tamil con sede a Chennai, non resta certo a guardare: è la diretta e insidiosa concorrente di Bollywood, con star altrettanto celebri e amate, e con numeri altrettanto immensi. Negli ultimi mesi le pellicole tamil stanno circolando, e con successo, anche all'estero, sottraendo pubblico a quelle hindi.
La competizione è bollente: Tollywood, il cinema popolare in lingua telugu con sede ad Hyderabad, è in crescita continua, e, grazie a produzioni stravaganti, sta dando filo da torcere agli avversari.

Antaheen

L'industria cinematografica in lingua bengali con sede a Kolkata è più nota per i film d'autore (spesso in inglese) che non per quelli popolari (di solito di qualità modesta, produzione identificata anch'essa col nome Tollywood, quindi attenzione a non fare confusione), ed è la più diffusa presso il circuito dei festival internazionali.
La produzione d'autore in lingua malayalam ha sede in Kerala, ed è altrettanto apprezzata dal pubblico dei festival. Quella popolare è volgarmente denominata Mollywood.
Il cinema in lingua marathi divide con Bollywood il proprio centro: Mumbai. È un cinema che sta vivendo una grande rinascita, con pellicole spesso premiate a livello nazionale.
Esistono poi altre cinematografie: in lingua punjabi, kannada (Sandalwood, se popolare), odissi, gujarati, konkani, assamese, eccetera.


Un'ultima precisazione: i lavori di Mira Nair, di Gurinder Chadha, di Deepa Mehta, Slumdog Millionaire o Vita di Pi, non sono film indiani popolari o d'autore o indipendenti, bensì produzioni internazionali girate da registi di origine indiana e/o che narrano storie ambientate in India e/o che includono nel cast attori indiani. Quindi Bollywood non ha vinto nessun Oscar con Slumdog Millionaire (anche se lo ha agguantato A.R. Rahman per la magnifica colonna sonora).
 
Vi metto in guardia: se da Bollywood iniziate ad allargare i vostri orizzonti e a ficcare il naso in altre produzioni indiane, è la fine. Verrete risucchiati dal gorgo e non avrete scampo. Il cinema indiano è un'immensa luccicante palude dalla quale non si torna vivi. #warnedyou

AAA Auguri, Cinema Indiano - Grazia (Milano)

Madhuri Dixit - Devdas

Inauguriamo una nuova rubrica che raccoglierà i vostri messaggi d'auguri per il centenario del cinema indiano. È la nostra lettrice Grazia ad aver lanciato l'idea. Ecco quanto ci scrive:

100 anni ha il Cinema Indiano,
come esploso quasi dal nulla.
Attori giovani bravi e brillanti,
attrici belle e affascinanti
con gioielli massicci e stravaganti.
Colori vivaci, fantastiche scene,
musiche ricche, soggetti vari.
Premi tanti da ogni parte.
Buon Centenario, Cinema Indiano!
Continua così, il Mondo ti ama.

Grazia - Milano

Bombay Talkies: locandina e trailer



Il 3 maggio 2013, in occasione delle celebrazioni del centenario del cinema indiano, verrà distribuito nelle sale Bombay Talkies, film suddiviso in quattro parti, ciascuna delle quali diretta da un regista diverso: Karan Johar, Anurag Kashyap, Dibakar Banerjee e Zoya Akhtar. Il cast è di tutto rispetto: Rani Mukherjee, Randeep Hooda, Nawazuddin Siddiqui, Vineet Kumar Singh, Ranvir Shorey. La colonna sonora è composta da Amit Trivedi. Ranbir Kapoor presta la voce narrante. Vi propongo il magnifico trailer.
 
 
Da destra: A. Kashyap, Z. Akhtar, K. Johar e D. Banerjee
 

24 marzo 2013

100 years of Indian Cinema at Festivals worldwide

Festival International du Film de Marrakech 2012

Da qualche mese a questa parte, diverse rassegne internazionali hanno dedicato uno spazio al centenario del cinema indiano. L'India sarà il Paese ospite a Cannes (15-26 maggio 2013), con la seguente motivazione: 'The Festival de Cannes is delighted to celebrate one of the most important countries in the world of cinema, a country with a prestigious history and tradition, one whose current day and creative impulses are a perennial example of vitality'. In attesa di aggiornamenti ulteriori, vi ricordo, fra le tante già concluse, due manifestazioni particolarmente significative.

Amitabh Bachchan e Catherine Deneuve

L'edizione 2012 del Festival International du Film de Marrakech (30 novembre-8 dicembre) ha ospitato, sino ad ora, la più folta delegazione indiana. L'attrice Sharmila Tagore era membro della giuria. I.D. di Kamal K.M. era in concorso. Jab Tak Hai Jaan di Yash Chopra era fuori concorso. Il tributo al cinema indiano prevedeva numerosi titoli: Kabhi Khushi Kabhie Gham, Veer-Zaara, Don (di Farhan Akhtar), Jodhaa Akbar, Don 2, Zindagi Na Milegi Dobara, Agneepath, Barfi!, English Vinglish, Student of the year. Fra gli ospiti celebri: Amitabh Bachchan, Shah Rukh Khan, Hrithik Roshan, Rishi Kapoor, Sridevi, Karan Johar, Tabu, Arjun Rampal, Zoya Akhtar, Anurag Basu, R. Balki, Priyanka Chopra, Abhay Deol, Ashutosh Gowariker, Prakash Jha, Boman Irani, Anurag Kashyap, Kalki Koechlin.

Shah Rukh Khan

Alla cerimonia di inaugurazione della sezione dedicata al cinema indiano, Catherine Deneuve aveva pronunciato un breve discorso, seguito dalla proiezione di un filmato realizzato per l'occasione, dalla presentazione dei componenti della delegazione indiana, e dall'intervento di Amitabh Bachchan. Vi propongo il video della serata: prima e seconda parte.

Da destra: Priyanka Chopra, Ileana D'Cruz e Anurag Basu

Shah Rukh Khan, accolto entusiasticamente dal pubblico locale, è stato insignito di un'importante onorificenza: 'At the International Film Festival, SRK was felicitated with the Wissame Al Kafaa al Fikria (award of intellectual merit). Accepting the rare honor, King Khan quipped, “It’s nice to be appreciated for my intellect once in a while. Otherwise, people may believe it’s only about spreading my arms and not my creative thoughts, but seriously, this is an amazing feeling of appreciation and love.” SRK’s presence at Marrakech created hysteria when thousands of fans gathered to catch a glimpse of their favorite star. Shahrukh Khan obliged them by shaking hands, signing autographs and waving. Much to the delight of his fans, the perfect showman also performed extensively for the crowd dancing to his popular tunes. A close source told “Shah Rukh is a very big star there (in Morocco). People kept chanting his name. They don’t know any female actors from Bollywood.” Video con dichiarazioni di Shah Rukh Khan e di Monica Bellucci.

Shah Rukh Khan e Monica Bellucci

Anurag Kashyap e Monica Bellucci

Shah Rukh Khan

Amitabh Bachchan - Firenze 2012

Quanto all'edizione 2012 del River to River Florence Indian Film Festival (7-13 dicembre), all'evento, in occasione della celebrazione del centenario del cinema indiano, avevano partecipato Amitabh Bachchan e Anurag Kashyap. Bachchan, nel suo blog, aveva descritto nel dettaglio l'esperienza fiorentina (clicca qui). 

23 marzo 2013

100 ragioni per amare il cinema indiano



Il cinema indiano non è solo un'arte: è una passione, una tradizione inestirpabile, una florida industria. Pressoché sconosciuto in Italia, il cinema indiano produce il maggior numero di pellicole al mondo, e raggiunge un bacino d'utenza di proporzioni oceaniche che non si limita al pubblico del subcontinente. In numerosi Paesi asiatici, africani, dell'America Latina e dell'Europa orientale, il cinema indiano si è ormai affermato. In occidente è in lenta ma costante crescita. Che lo si apprezzi (e lo si conosca) o meno, il cinema indiano accende ovunque un enorme interesse. È innegabile che la ricchezza, l'originalità, la follia, il divismo, l'ossessione che suscita nei suoi estimatori, rendano il cinema indiano un fenomeno planetario, l'unico a rivaleggiare (e con successo) con Hollywood.
 
Accostarsi al cinema indiano significa ripartire da zero, accantonando tutto quanto si è appreso negli anni sul cinema. Insistere nel paragonarlo al cinema occidentale è un assurdità: è un cinema molto diverso, con un suo linguaggio ed una sua estetica. Lasciatevi alle spalle i luoghi comuni che ancora lo identificano, abbandonate ogni preclusione e immergetevi. Il cinema indiano è generoso. Vi premierà donandovi un'esperienza in continua espansione: dalla parola alla canzone, dal gesto alla coreografia, dall'immagine alla visione, dal colore alla saturazione. Il cinema indiano non si pone confini. Esagera. Osa. Copia. Rielabora. Crea. Percorre a testa alta il suo cammino - chiaro, preciso, indipendente - infischiandosene dei lazzi occidentali. I numeri, ma soprattutto la passione, proclamano la sua vittoria.
 
Di ragioni per amare il cinema indiano potremmo elencarne a fiumi. Dateci il via e vi tormenteremo per settimane. È facile risalire alla causa scatenante: un film, un attore, il piacere infantile e inebriante della scoperta, prima, e dell'esplorazione, poi. Più difficile individuare la ragione principale, quella che quotidianamente, da anni, rinsalda e rende insopprimibile la nostra ossessione. Di certo c'è che il cinema indiano rende felici. Abbassa il colesterolo. Annienta i radicali liberi. Ossigena i tessuti. Rispuntano i capelli. Il corpo ringrazia. L'umore pure. Il cinema indiano ci fa sorridere e ci strabilia. Ci emoziona, ci incanta, ci commuove. Con candore misto a sfrontatezza, ci cattura e ci incatena. Stimola il sogno. Soddisfa bisogni sepolti dentro di noi.
 
Celebriamo il centenario del nostro cinema preferito - il più bello del mondo - offrendovi cento ragioni per innamorarvene. Ci limiteremo in linea di massima alla produzione contemporanea in lingua hindi, ma niente paura: il banchetto è ampiamente sostanzioso. Pronti per una nuova, esaltante avventura?

18 marzo 2013

Seguiteci in Twitter

Abbiamo creato un profilo in Twitter dedicato esclusivamente a quest'area del nostro blog e alle celebrazioni del centenario del cinema indiano. Seguiteci!

3 marzo 2013

Centenary of Indian Cinema

(English text at the bottom)
 
Questo blog è un tributo al Cinema Indiano che nel 2013 compie 100 anni. Se volete partecipare alle celebrazioni, inviate testi - in italiano o in inglese -, immagini, video, agli indirizzi di posta elettronica indicati nella homepage. I migliori, a giudizio insindacabile della redazione, verranno pubblicati qui. Segnalateci iniziative atte a festeggiare il centenario. Raccontateci quandocomeperchè siete diventati bollywoodiani tosti (o kollywoodiani, tollywoodiani, ...). Dichiaratevi pubblicamente alla vostra star preferita. Recensite il film che vi ha lasciato il segno. Condividete le vostre playlist hindi/tamil/telugu/... pop. Insomma, elencateci le ragioni per cui *il mondo* dovrebbe amare il Cinema Indiano e... buon divertimento!
 
This blog is celebrating 100 years of Indian Cinema. You all are invited to send in your messages (in Italian or in English), images, videos on the emails listed on the homepage. The best works, selected by our staff, would be posted here.
 
  • Please inform us about your plans/projects to celebrate the Centenary.
  • Tell us when, how and why you became a Bollywood/Kollywood/Tollywood/... fanatic.
  • Declare your love to your favourite actor/actress.
  • Review the film that has left a mark on you.
  • Share your hindi/tamil/telugu/... pop playlists. 
 
In short, explain why *the world* should love Indian Cinema and last but not the least... have fun! 
 
(Edited by Atif)