25 ottobre 2013

Ricordi e scene memorabili : Gli Anni Settanta


Kitne aadmi the?  (SHOLAY – 1975)
Il suono dei tacchi di cuoio, l’inquadratura che parte dal basso mostrando gli stivali, la cintura usata come frusta sulla roccia, gran parte del film è già trascorso ma non conosciamo ancora il volto di uno dei protagonisti. La spietata ironia e la risata isterica di Gabbar Singh (Amjad Khan) resero il personaggio così perfetto da risultare il miglior villain di sempre e la sua presentazione al pubblico è una sequenza da rivedere all’infinito.
 



L’ultima danza  (PAKEEZAH – 1972)
Un film sospeso per quasi quindici anni e filmato in diverse fasi della carriera e del declino psicologico della protagonista, mai realtà e finzione furono così unite in una pellicola cinematografica tanto da lasciare agli spettatori una macabra sensazione di disagio.  Meena Kumari, sfibrata dall’alcolismo e dalla malattia, si esibisce nella sua ultima danza, per le parti più faticose si fece aiutare dalla ballerina Padma Khanna che danzerà coprendosi il volto.
 




Bello e maledetto   (DEEWAAR - 1975)
Vijay (Amitabh Bachchan) affascinante e più angry che mai sfida da solo e a mani nude un gruppo di oppositori, chiude a chiave le porte di un magazzino e la lotta ha inizio. Pochi minuti soltanto ma tutto è perfetto: l’aria di sfida negli occhi di Bachchan, la sua prorompente virilità, l’aspetto e le reazioni dei nemici, i dialoghi e i ritmi dell’azione alla vecchia maniera, senza l’aiuto di effetti speciali.





La vita è infedele  (MUQADDAR KA SIKANDAR – 1978)
Per proteggere Sikandar (Amitabh Bachchan) dalla pericolosa gelosia del suo protettore Zohra (Rekha) decide di suicidarsi e mettere fine alla contesa. Zohra muore lentamente tra le braccia del protagonista,  la scena magnificamente interpretata da Amitabh Bachchan / Rekha è resa speciale da una straordinaria intensità di vibrazioni tra i due attori.





“Chura liya hai tumne jo dil ko”  (YAADON KI BAARAT – 1973)
Il volto di Zeenat Aman, maliziosa bellezza, salta velocemente alla memoria del pubblico non appena partono le prime note di questa canzone: la chitarra, la sua tutina bianca luccicante, il gioco di sguardi con Vijay Arora, i colori un po’ sfocati, il tono accattivante della musica e delle parole.  Seduzione, nostalgia e raffinatezza rendono questo pezzo una vera delizia.




Soli in una stanza   (BOBBY – 1973)
Raj Kapoor è sempre stato un uomo innovativo e amante del rischio, contrariamente a ciò che il pubblico era abituato a vedere (e la censura a lasciar passare) il film Bobby propone un amore adolescenziale tutt’altro che pudico ed esitante.  La poesia e la dolcezza del racconto riuscirono a mitigare formalmente le scelte audaci del regista, nel brano “Hum tum ek kamre mein band ho” le immagini lasciano intendere che i due protagonisti adolescenti passino un pomeriggio d’amore chiusi in una stanza, ma dopo i primi abbracci parte una delicata dream sequence che ci trasporta in montagna, tra la neve, tra foreste buie e prati in fiore.




Anthony e il riflesso allo specchio  (AMAR AKBAR ANTHONY  - 1977)
Per avere un assaggio dello sfaccettato talento interpretativo di Big B gustatevi la scena in cui Anthony (Amitabh Bachchan) completamente ubriaco inizia a colloquiare con il suo riflesso allo specchio. Un monologo divertente recitato con classe e simpatia da un attore che è leggenda.





L’addio di Anand  (ANAND – 1971)
La scena della morte di Anand (Rajesh Khanna) arriva come un brivido freddo in un film che per tutto il tempo si concentra sulla positività, sull’amicizia e sulla voglia di vivere.  Il suo medico, diventato poi il migliore amico (Amitabh Bachchan) ancora deve realizzare che il corpo dell’uomo è senza vita quando parte un messaggio registrato con la sua voce.  Un finale amaro e strappalacrime in netto contrasto con le emozioni incoraggiate fino a quel momento.





Mala rifiuta di testimoniare (ZANJEER - 1973)
La giovane Mala (Jaya Bhaduri) timorosa di trovarsi presto nei guai vorrebbe evitare di rivelare il delitto a cui ha assistito. Ma il polizziotto Vijay Khanna (Amitabh Bachchan) interpreta le sue paure come egoismo e in una scena piuttosto forte le fa capire il peso della scelta e la sua responsabilità.





Ballando sul campo da tennis  (HUMJOLI – 1970)
Lo stravagante masala movie con Jeetendra e Leena Chandavarkar conserva una collezione interessante di coreografie, costumi e vivaci picturizations. La più bizzarra è forse “Dhal Gaya Din” in cui gli attori danzano mentre giocano a tennis e si scambiano versi, sguardi, passi di danza e .. palline.  Il brano cantato da Asha Bhosle e Mohammad Rafi divenne un tormentone.




La fine di un’amicizia  (NAMAK HARAAM- 1973)
Somnath (Rajesh Khanna) cerca di avvicinare il suo amico Vikram (Amitabh Bachchan) presentandosi nel suo studio con una scatola di dolci. Ma tutto è cambiato. Le differenze sociali e di pensiero hanno innalzato un muro tra due uomini un tempo così uniti. Namak Haraam, diretto da Hrishikesh Mukherjee è a mio avviso uno dei film migliori degli Anni Settanta, magnificamente scritto e interpretato, denso e interessante dall’inizio alla fine. La scena e i dialoghi dello scontro, visibilmente doloroso per entrambi i personaggi, sono da pelle d’oca. (Amitabh Bachchan grazie di esistere).


Per una panoramica più completa sul decennio vedi anche : ANGRY BUT AMAZING : I SORPRENDENTI ANNI SETTANTA

7 ottobre 2013

Ricordi e scene memorabili : Gli Anni Sessanta




Festeggiando l'irrazionalità  (TEESRI MANZIL  - 1966)
"Oh haseena zulfon wali", il pazzo scatenato coloratissimo numero musicale di Shammi Kapoor e Helen, è una vera sfida ai limiti dell’eccentricità, tutto è permesso anche i movimenti più bizzarri e folli, non parliamo poi delle scenografie. Sfogo è la parola giusta, agitarsi, scuotersi, vibrare, e tutto intorno un delirio di colori e oggetti. Non resta che alzarsi e iniziare a muoversi come viene, come vuole la musica, dimenticando il lume della ragione.




Il viaggio di nozze in Europa  (SANGAM – 1964)
La locandina promosse il film come “Ageless like Asia, Exciting like Europe” , oriente e occidente si combinano armoniosamente in Sangam, Raj Kapoor  rompe le barriere e porta le prime troupe indiane in Europa (e in Italia) lanciando la nuova moda delle locations straniere. Vengono girate scene a Roma, a Venezia, sulle Alpi Svizzere e sulla Torre Eiffel. Il mondo diventa decisamente più piccolo e i simpatici siparietti tra Vijayantimala e Raj disegnano una nuova interazione cinematografica della coppia marito/moglie, molto più disinibita e giocosa, abbastanza rivoluzionaria rispetto a quanto mostrato fino a quel momento.




La vecchia e la nuova generazione  (MUGHAL E AZAM – 1960)
Prima che la battaglia abbia inizio il re fa visita alla tenda del figlio Salim supplicandogli di ritirare le armi, la vecchia generazione si piega alla nuova e anche Akbar (Prithviraj Kapoor), esortando il principe (Dilip Kumar) ad ascoltarlo dimentica per un attimo di essere un sovrano.  




Fermare il tempo  (DIL EK MANDIR – 1963)
Ram (Raj Kumar)  e Sita (Meena Kumari) ricordano il loro matrimonio, la donna indossa il suo abito da sposa e i gioielli, i due guardano fuori dalla finestra esortando la notte a non svanire troppo in fretta. Un film melodrammatico e struggente potenziato da alcune scene chiave, da guardare per scoprire fino a che punto le pellicole indiane riescano a strappare via più di una lacrima grazie ad una combinazione di immagini, musiche e situazioni capaci di far sbriciolare anche una montagna.




Yahooooo!!!!!   (JUNGLEE  - 1961)
Shekhar  (Shammi Kapoor) giovane aristocratico manovrato come un burattino dalla madre (Lalita Pawar) è cresciuto nella più completa austerità e crede che il divertimento sia una forma di debolezza.  Le repressioni accumulate negli anni esplodono tutte insieme in un grido selvaggio, il ragazzo si sveglia urlando e rivendicando i suoi diritti. Shammi Kapoor divenne il volto dei nuovi giovani, della ricerca di un’ugualianza sociale, della ribellione ai sistemi oppressivi, della vitalità e della voglia di assaporare la vita in ogni istante.




La tentazione  (BANDINI – 1963)
Tensione e irreversibilità, Kalyani (Nutan) è stata messa alla prova duramente e le sue emozioni stanno per esplodere,  il battito ripetitivo di un martello sembra scandire il tempo aumentando l’ansia, l’incapacità di sopportare ulteriormente.  Un solo gesto, una decisione terribile presa in un attimo, la tentazione fortissima di vendicarsi e sfogarsi delle umiliazioni subite.  Una rapida serie di immagini simboliche, perfettamente orchestrate dal regista Bimal Roy, trasformano l’eroina in assassina e cambiano completamente il profilo e il destino della protagonista.




My name is Suzy!   (AN EVENING IN PARIS – 1967)
Suzy  (Sharmila Tagore) calca la scena in gonnelline, miniabiti e bikini, scalciando via il vecchio prototipo di eroina, classica e ultra – pudica, è una nuova era e ora anche l’attrice principale è pronta a mostrare senza rimorsi il suo sex appeal. Rompe il ghiaccio la temeraria Sharmila Tagore con la sua inebriante presenza e il suo eccentrico guardaroba.




L’inno alla bellezza  (CHAUDVIN KA CHAND – 1960)
Aslam (Guru Dutt) si inginocchia di fronte alla bellezza etera di sua moglie Jameela (Waheeda Rehman), si sente l’uomo più fortunato del mondo e le dedica delle parole meravigliose.  La voce di Mohammad Rafi accompagna una serenata incantevole che cattura l’elegante fascino dell’attrice protagonista.




Il tè della mattina  (DIL TERA DEEWANA  - 1962)
Mohan (Shammi Kapoor) non ha soldi e niente da mangiare ma  si sveglia desiderando una tazza di tè.  Come fare per ottenere gli ingredienti senza dover spendere niente? Come convincere l’affascinante vicina di casa (Mala Sinha) a prepararne la colazione per lui e per il suo amico? Una scena estremamente tenera che vi farà innamorare dei vecchi film.




La sera del ballo (WAQT - 1965)
Nel lungo e complesso film diretto da Yash Chopra molti sono i personaggi ma nella scena del ballo si stringe il nodo della storia e tutti sono chiamati in causa. Le note zuccherate di una canzone, una folla di invitati in abito da sera, un party elegante in un giardino principesco, nuovi amori nascono, vecchie illusioni si spezzano. Cosa fare, quale strada scegliere? Pochi minuti in cui si decidono i destini di tutti, una scena emozionante ricca di estetica e suspense.




A ritmo del twist  (BRAHMACHARI – 1968)
Mumtaz, sexy e scatenata, imita Shammi Kapoor e intraprende con lui un vivace balletto. Gli attillatissimi drappeggi del suo saree arancione trasformarono l’attrice in un’icona fashion e sono ancora super citati in molti altri film e show televisivi.




Nuove speranze  (PHOOL AUR PATTHAR – 1966)
Potenziato da una graffiante chimica tra i due protagonisti  Phool aur Patthar vanta ottime interpretazioni, svolte narrative e canzoni.  Shanti (Meena Kumari), una giovane vedova tratta in salvo da un bandito dal cuore d’oro,  osserva dalla finestra la festa di Holi e capisce che è arrivato il momento di tornare a vivere e a gioire, negli sguardi del fuorilegge (Dharmendra) non c’è più rabbia e timore ma tenerezza, ammirazione e una velata sensualità.  




La seduzione è donna   (JEWEL THIEF – 1967)
Anjali, interpretata da una'intraprendente Tanuja, si diverte a sedurre il protagonista (Dev Anand) che, impreparato e alquanto sconvolto dall’audacia della ragazza, tenta di resistere alle attenzioni dando via a una serie di atteggiamenti alquanto buffi. Anjali risponde al gioco e tenta di intrappolarlo mentre corrono le calde note di “Raat Akeli Hai”.