Estetica, emozioni, capacità di sintesi, intensità, o semplicemente
quel qualcosa in più, quell’attimo che improvvisamente fa ascendere alle stelle
il nostro giudizio globale del film e ci che permetterà di ricordarlo a lungo, anche quando se ne
dimenticheranno i dialoghi e la trama. Dai classici fino ad oggi propongo una
carrellata delle scene che amo rivedere e delle quali non mi stanco mai. Il cinema è un'invenzione meravigliosa e il
Cinema Indiano un vero miracolo!
L’abbraccio (BARSAAT – 1949)
Barsaat, girato da un Raj Kapoor ancora adolescente, vitale e
impetuoso, ci regala l’abbraccio più celebre della storia del cinema indiano. L’immagine di sublime bellezza, unita alle
parole poetiche e alla contemplazione amorosa dei protagonisti, diviene un trionfo del più delicato romanticismo.
L’incantevole fantasma
(MAHAL – 1949)
Candelabri che oscillano, legni che scricchiolano, candele
che si spengono a un soffio di vento. Nell’oscurità uno spirito si lamenta e attrae il protagonista (Ashok
Kumar), è il fantasma di Kamini. (Madhubala) che ricorda il suo amore
infelice. La cornice da romanzo gotico, la
deliziosa presenza di Madhubala, l’intensità di Ashok Kumar e un pizzico di
mistero. Dimentico qualcosa? Il regista è Kamal Amrohi, l’uomo che aveva un
debole per la fusione dell’eterea bellezza con elementi dark, spettrali e
macabri.
La battaglia (SIKANDER
– 1941)
Il kolossal storico su Alessandro Magno diretto da Sohrab
Mohdi è così dinamico e curato nei dettagli da sembrare un film molto più moderno della sua sua reale età anagrafica. Scene di corte
e di armi si alternano a momenti di vita quotidiana nelle campagne indiane e
naturalmente a canzoni e corteggiamenti al chiaro di luna. Tra i tanti momenti
interessanti spicca la lunga sequenza della battaglia tra Sikander e Re Porus,
gli uomini di Alessandro che attraversano il fiume sotto la pioggia torrenziale
e lo scontro tra i due eserciti (della durata di oltre quindici minuti) sono
scene di grande impatto e piuttosto difficili da realizzare con i mezzi
allora a disposizione.
La scalinata (AAG –
1948)
Kewal (Raj Kapoor) vede Nimmi (Nargis) scendere la scalinata del palcoscenico e ne
resta folgorato, è lei l’attrice che stava cercando per il suo spettacolo, è
lei la donna capace di rubarle il sonno e i pensieri. Un attimo di seduzione che
si compone solo di sguardi e nessuna parola. Passione allo stato puro.
L’arrivo di Rajan in aeroporto (ANDAAZ – 1949)
Neena (Nargis) e Dileep
(Dilip Kumar) attendono l’arrivo di Rajan (Raj Kapoor) in aeroporto. Il
ragazzo, affascinante, ricchissimo e chiacchierone, è il futuro sposo di Neena e Dileep
che fino a quel momento aveva sperato di conquistarla (e più che altro aveva
misinterpretato le sue attenzioni) capirà che ora non c’è più niente da
fare. Gli sguardi schifati e impassibili
di Dilip Kumar nella scena sono impagabili.
Gli scacchi (PUKAR –
1939)
A cavallo tra gli Anni Trenta e i Quaranta, a cavallo tra la
tradizione del muto e la più moderna concezione di film. Pukar è una pellicola
sontuosa e appassionante che può vantare molte scene spettacolari, prima fra
tutte la partita di scacchi danzata tra due gruppi di ballerini messa in scena
per compiacere l’imperatore Jehangir (Chandramohan) e la sua sovrana (Naseem
Banu).
Attimi preziosi (ANMOL
GHADI – 1946)
Lata (Noor Jehan) suona al pianoforte e ricorda tutti i
momenti della sua love story adolescenziale, dall’infanzia passata insieme al
suo compagno di giochi Chander (Surendra) fino al loro incontro più recente nel
quale ha notato che il ragazzo conserva ancora l’orologio che lei le aveva
donato molti anni prima. Una bella canzone cantata da Noor Jehan (protagonista e playback singer) che compie un efficace riassunto dei momenti migliori del film.