Kitne aadmi the? (SHOLAY
– 1975)
Il suono dei tacchi di cuoio, l’inquadratura che parte dal
basso mostrando gli stivali, la cintura usata come frusta sulla roccia, gran
parte del film è già trascorso ma non conosciamo ancora il volto di uno dei protagonisti. La spietata ironia e la risata isterica di Gabbar
Singh (Amjad Khan) resero il personaggio così perfetto da risultare il miglior
villain di sempre e la sua presentazione al pubblico è una sequenza
da rivedere all’infinito.
L’ultima danza
(PAKEEZAH – 1972)
Un film sospeso per quasi quindici anni e filmato in diverse
fasi della carriera e del declino psicologico della protagonista, mai realtà e
finzione furono così unite in una pellicola cinematografica tanto da lasciare agli spettatori una macabra
sensazione di disagio. Meena Kumari,
sfibrata dall’alcolismo e dalla malattia, si esibisce nella sua ultima danza, per le parti più faticose si fece aiutare dalla ballerina Padma Khanna che
danzerà coprendosi il volto.
Bello e maledetto
(DEEWAAR - 1975)
Vijay (Amitabh Bachchan) affascinante e più angry che mai
sfida da solo e a mani nude un gruppo di oppositori, chiude a chiave le porte
di un magazzino e la lotta ha inizio. Pochi minuti soltanto ma tutto è perfetto: l’aria
di sfida negli occhi di Bachchan, la sua prorompente virilità, l’aspetto e le
reazioni dei nemici, i dialoghi e i ritmi dell’azione alla vecchia maniera,
senza l’aiuto di effetti speciali.
La vita è infedele (MUQADDAR
KA SIKANDAR – 1978)
Per proteggere Sikandar (Amitabh Bachchan) dalla pericolosa
gelosia del suo protettore Zohra (Rekha) decide di suicidarsi e mettere fine
alla contesa. Zohra muore lentamente tra le braccia del protagonista, la scena
magnificamente interpretata da Amitabh Bachchan / Rekha è resa speciale da una
straordinaria intensità di vibrazioni tra i due attori.
“Chura liya hai tumne jo dil ko” (YAADON KI BAARAT – 1973)
Il volto di Zeenat Aman, maliziosa bellezza, salta velocemente alla memoria del pubblico non appena partono le
prime note di questa canzone: la chitarra, la sua tutina bianca luccicante, il
gioco di sguardi con Vijay Arora, i colori un po’ sfocati, il tono accattivante
della musica e delle parole. Seduzione,
nostalgia e raffinatezza rendono questo pezzo una vera delizia.
Soli in una stanza (BOBBY – 1973)
Raj Kapoor è sempre stato un uomo innovativo e amante del
rischio, contrariamente a ciò che il pubblico era abituato a vedere (e la
censura a lasciar passare) il film Bobby propone un amore adolescenziale tutt’altro
che pudico ed esitante. La poesia e la
dolcezza del racconto riuscirono a mitigare formalmente le scelte audaci del regista,
nel brano “Hum tum ek kamre mein band ho” le immagini lasciano intendere che i
due protagonisti adolescenti passino un pomeriggio d’amore chiusi in una
stanza, ma dopo i primi abbracci parte una delicata dream sequence che ci trasporta
in montagna, tra la neve, tra foreste buie e prati in fiore.
Anthony e il riflesso allo specchio (AMAR AKBAR ANTHONY - 1977)
Per avere un assaggio dello sfaccettato talento interpretativo
di Big B gustatevi la scena in cui Anthony (Amitabh Bachchan) completamente
ubriaco inizia a colloquiare con il suo riflesso allo specchio. Un monologo
divertente recitato con classe e simpatia da un attore che è leggenda.
L’addio di Anand (ANAND
– 1971)
La scena della morte di Anand (Rajesh Khanna) arriva come un
brivido freddo in un film che per tutto il tempo si concentra sulla positività,
sull’amicizia e sulla voglia di vivere.
Il suo medico, diventato poi il migliore amico (Amitabh Bachchan) ancora
deve realizzare che il corpo dell’uomo è senza vita quando parte un messaggio
registrato con la sua voce. Un finale
amaro e strappalacrime in netto contrasto con le emozioni incoraggiate fino a
quel momento.
Mala rifiuta di testimoniare (ZANJEER - 1973)
La giovane Mala (Jaya Bhaduri) timorosa di trovarsi presto nei guai vorrebbe evitare di rivelare il delitto a cui ha assistito. Ma il polizziotto Vijay Khanna (Amitabh Bachchan) interpreta le sue paure come egoismo e in una scena piuttosto forte le fa capire il peso della scelta e la sua responsabilità.
Ballando sul campo da tennis
(HUMJOLI – 1970)
Lo stravagante masala movie con Jeetendra e Leena
Chandavarkar conserva una collezione interessante di coreografie, costumi e
vivaci picturizations. La più bizzarra è forse “Dhal Gaya Din” in cui gli
attori danzano mentre giocano a tennis e si scambiano versi, sguardi, passi di danza e ..
palline. Il brano cantato da Asha Bhosle
e Mohammad Rafi divenne un tormentone.
La fine di un’amicizia (NAMAK HARAAM- 1973)
Somnath (Rajesh Khanna) cerca di avvicinare il suo amico
Vikram (Amitabh Bachchan) presentandosi nel suo studio con una scatola di
dolci. Ma tutto è cambiato. Le differenze sociali e di pensiero hanno innalzato
un muro tra due uomini un tempo così uniti. Namak Haraam, diretto da Hrishikesh
Mukherjee è a mio avviso uno dei film migliori degli Anni Settanta, magnificamente
scritto e interpretato, denso e interessante dall’inizio alla fine. La scena e
i dialoghi dello scontro, visibilmente doloroso per entrambi i personaggi, sono
da pelle d’oca. (Amitabh Bachchan grazie di esistere).
Per una panoramica più completa sul decennio vedi anche : ANGRY BUT AMAZING : I SORPRENDENTI ANNI SETTANTA